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Balneari, Vinci: con questo decreto 16 casi in infrazione UE verranno chiusi



"Il tema dei Balneari che, come si prevedeva, ha avuto risalto per tutta l’Estate giunge forse ad un punto di svolta, attraverso il decreto legge approvato lo scorso 4 settembre". Lo spiega Claudio Vinci, Avvocato Cassazionista sottolineando che il provvedimento con le norme sui balneari fa parte, più precisamente, del decreto legge che introduce disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano, approvato nel Consiglio dei Ministri del 4 Settembre 2024. Il decreto-legge consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot. In almeno 6 casi, le norme introdotte sono in grado di condurre all’immediata archiviazione, nel rispetto dei tempi tecnici della Commissione europea; in altri 11 casi, le norme adottate dal Governo costituiscono una premessa essenziale per giungere in tempi rapidi all’archiviazione. Complessivamente, pertanto, l’approvazione del provvedimento del 4 Settembre u.s. permetterà all’Italia una significativa riduzione del numero di procedure di infrazione pendenti che consentirà di raggiungere il numero minimo storico di procedure pendenti e allinearsi alla media europea. E si ritiene che questa sia una bella notizia per le tasche dei cittadini, considerando che le procedure d’infrazione si convertono poi in sanzioni molte onerose per lo Stato Italiano.


Tra le procedure interessate dal decreto - spiega ancora Vinci - rivestono particolare rilevanza le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive (n. 2020/4118), oggetto del presente approfondimento. Con particolare riferimento alla procedura di infrazione sulle concessioni balneari, il cui tema è noto a tutti, la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per l’Italia. I punti principali della riforma delle concessioni balneari sono in primo luogo l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027, e il contestuale obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027. Sono previste possibili deroghe al nuovo termine di scadenza delle concessioni balneari del 30 settembre 2027 in presenza di "ragioni oggettive" ma "non oltre il 31 marzo 2028". Si tratta sicuramente di un risultato importante ottenuto dall’Italia con Bruxelles, considerato che le attuali concessioni scadute dovevano essere messe a gara già alla fine del 2024. Inoltre la durata delle nuove concessioni viene stabilita da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati. Tra gli obblighi a carico del concessionario entrante e nuovo aggiudicatario viene stabilita l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. Tema di particolare rilevanza è anche quello degli indennizzi per il concessionario uscente.


L’indennizzo per il concessionario uscente e a carico del concessionario subentrante "viene stabilito nella misura del valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Su tale criterio si registra già il malcontento della categoria, che vorrebbe che l’indennizzo venisse parametrato piuttosto al valore dello stabilimento balneare al momento della gara. Inoltre l’orizzonte temporale dei 5 anni appare troppo breve, considerato che tra emergenza Covid e incertezze legate alle continue proroghe, tutti o quasi gli operatori hanno smesso di investire nei loro stabilimenti balneari negli ultimi cinque anni. Inoltre tra i criteri di valutazione delle offerte, in sede di gara, sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. Da segnalare che questo criterio non è visto di buon occhio da Bruxelles perché finirebbe per favorire gli operatori uscenti, a scapito del principio di concorrenza e par condicio. In conclusione è da valutare positivamente l’iniziativa del Governo italiano. Non mancano tuttavia le possibili critiche, già emerse, peraltro, da parte delle associazioni di categoria sul tema degli indennizzi".


Sul tema degli indennizzi "sarebbe auspicabile, in sede di conversione in legge, stabilire dei criteri più equilibrati che valorizzino in misura maggiore gli investimenti che negli anni sono stati fatti dai concessionari uscenti. Altra riflessione importante è che la moratoria di tre anni per le nuove gare potrebbe avere degli effetti negativi sulla fruizione d’ora in avanti e fino al 2027 dei servizi balneari da parte dei cittadini. Si teme, infatti, che in vista delle gare gli attuali gestori degli stabilimenti si asterranno dal fare nuovi investimenti e finanche le manutenzioni delle strutture, con possibili ricadute negative sul turismo. Anche su tale aspetto sarà necessario intervenire con il riconoscimento agli uscenti dell’intero importo degli investimenti sull’indennizzo da corrispondere", conclude Vinci.


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