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Gara d’appalto vinta dal raggruppamento guidato da Veolia Italia di cui fa parte la triestina Riccesi di Giuseppe Palladini

Il “nuovo” depuratore di Servola – che sopravvive da anni in regime di deroga – sarà in funzione, nel pieno rispetto delle normative europee, nei primi mesi del 2017. Il complesso intervento per mettere in regola la struttura sta procedendo secondo i tempi previsti. Una conferma in questo senso arriva dall’assegnazione dell’appalto per la progettazione esecutiva e la costruzione del terzo lotto, avvenuta in queste settimane.

La gara, la cui base d’asta era di circa 40 milioni e alla quale hanno partecipato sette gruppi di aziende, è stata assegnata al raggruppamento temporaneo di imprese che vede mandataria Veolia Water Technolgies Italia spa di Milano, assieme a Degremont spa di Milano, alla cooperativa CMB di Carpi e alla spa triestina Riccesi.

La graduatoria stilata da un’apposita commissione vede al secondo posto un altro raggruppamento temporaneo di imprese, che ha per mandatario il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, assieme a ICI Coop di Ronchi dei Legionari, alla cooperativa Unieco di Reggio Emilia, alla cooperativa Infracos di Due Carrare (Padova) e alla Technital di Milano.

Questo secondo raggruppamento è ricorso al Tar contro l’esito della gara. A quanto risulta, il Tribunale amministrativo regionale dovrebbe pronunciarsi verso la fine di ottobre. Secondo la normativa il ricorso non ha però impedito ad AcegasApsAmga di siglare il contratto con il raggruppamento capeggiato da Veolia Water Technologies Italia, in quanto il ricorso stesso non ha carattere di urgenza.

La progettazione esecutiva del terzo stralcio – quello più rilevante, che prevede il potenziamento e l’adeguamento del depuratore – ha così potuto avere inizio ed è previsto che sia portata a termine nel giro di uno, due mesi. A quel punto, dopo le necessarie approvazioni, potranno iniziare i lavori, la cui conclusione è richiederà un anno e mezzo, per concludersi cioè all’inizio del 2017.

Fra poco più di due mesi, cioè entro ottobre, dovrebbero intanto terminare i lavori del secondo stralcio dell’oneroso intervento. Il costo complessivo dell’adeguamento del depureatore si aggira infatti sui 52 milioni, dei quali 30 di fondi europei garantiti da un accordo quadro tra la Regione e ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente.

Il secondo stralcio consiste nella bonifica delle nuove aree (27mila metri quadri) necessarie all’ampliamento del depuratore, che nel 2012 l’Autorità portuale ha dato in concessione per trent’anni al Comune. Oltre all’eliminazione delle coperture in amianto di alcune tettoie

dello Scalo Legnami, che sono state demolite, essendo quest’area inclusa nel Sin (Sito inquinato di interesse nazionale) la bonifica ha riguardato anche il terreno (dove sono stati trovati idrocarburi) e la falda acquifera. Il tutto per un costo di oltre 6 milioni.

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